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martedì 27 settembre 2016

Renato Zero boom: "“Contro i politici dobbiamo fare la rivoluzione. Con una matita, una sveglia e un megafono”


si racconta in una lunga intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano e del suo ultimo lavoro dice: “Non è un disco arrabbiato, è proprio incazzato”.
Una carriera quarantennale, 28 album, migliaia di concerti e milioni di “sorcini”, come chiama affettuosamente i suoi affezionatissimi fan. Adesso è in preparazione per inizio giugno un concerto all’Arena di Verona che Renato ricorda per un incidente che gli procurò una frattura alle caviglie e al Fatto Quotidiano dice:
“Gli amici veneti erano preoccupati: ‘Renatì, nun ce venì più qui, ti raggiungiamo noi’. E io: ‘Neanche per sogno, una promessa è una promessa’”.
E quella vecchio impegno è stato mantenuto. Quindi l’1 e 2 giugno Renato Zero si esibirà nell’Arena di Verona, dove sicuramente incanterà il pubblico con i suoi successi di sempre e presenterà per la prima volta dal vivo i nuovi brani dell’album.
Nell’intervista Zero esprime la sua rabbia
“Verso chi si fa scivolare addosso tutto senza reagire, con chi accetta supinamente ogni cosa e con chi ha delegato agli altri ogni secondo della propria vita: all’avvocato, al commercialista, al medico. Uno sportello per ogni esigenza”, e le sue preoccupazioni per il mondo attuale: ” Non c’è da star tanto tranquilli. C’è molta agitazione. Russia, Usa, Siria, Africa. E questi signori della Corea del Nord sembrano un po’ nervosi.”
E due brani sono dedicati alla politica: Nemici miei (cioè i politici) e Rivoluzione, che lui vorrebbe come “Le più importanti della mia vita le ho fatte negli scantinati. Negli androni: entravo crisalide e uscivo farfalla. Più colorita che colorata. Ma i colori, nella mia partitura, non spariscono mai. Neppure quando non sono felice.” E ritorna su questo tema:
“Per fare una rivoluzione bastano pochi ingredienti. Una sveglia, una matita, anzi una penna così quel che scrivi non si cancella, un megafono. E poi l’androne di oggi: la piazza”.
Zero dice la sua anche sui talent show e sui ragazzi che cercano di affermarsi
“Sul tema ho scritto una canzone, In questo misero show. Se non ti fai prima le ossa in conservatorio o suonando in una cantina con le cassette vuote delle uova sopra la testa per attutire i rumori in modo che i vicini non chiamino il 113, se non fai la gavetta, il successo è effimero. Non dura”.

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